(Articolo tratto da Tuttomoto nr.1 Gennaio 1995)
Luca
Cadalora guida le 500 G.P. da oltre 300 Km/h e quasi 190 cv di potenza. Ma il
suo hobby preferito è elaborare e guidare piccoli scooter da 50 cc. In questo
servizio è proprio il tre volte campione del mondo che ci racconta della sua
grande passione e come ha modificato il brillante BSV Gp, il suo
“plurititolato” scooter da corsa.
La
mia passione per lo scooter è nata quasi per caso. Era il 1990 ed in un negozio
ho visto un BSV Gp. E’ stato un amore a prima vista: l’ho comprato, gli ho
smontato la ruota davanti, l’ho caricato in macchina e l’ho portato a casa. Già
a 14 anni avevo avuto uno scooter. Era una Vespa, ma adesso è tutto diverso:
allora erano troppo turistici, mentre oggi sono molto più sportivi e sono
migliorati moltissimo nell’impostazione di guida. E poi per spostarsi nel
traffico lo scooter è il mezzo ideale e uno dei pochi rimedi al caos delle
nostre città.
Comunque
al di là di questo, gli scooter per me sono un vero e proprio hobby. Quando ho
del tempo libero, quando ho bisogno di scaricare la tensione, quando sento la
necessità di distrarmi, mi chiudo in officina, dove progetto le modifiche da
apportare al motore del mio Gp da corsa,
lo smonto e lo rimonto finchè non ho trovato il giusto equilibrio tra i
vari componenti. Così, quando Tuttomoto mi ha invitato alla pista Pirelli per
le prove di accelerazione e velocità massima, sono stato fino alle due del mattino
con il mio amico Fabrizio Bombarda (proprietario della Ber Racing, con cui
collabora per la messa a punto delle elaborazioni Daytona) per essere sicuro
che l’indomani avrei potuto sfruttare al meglio i 14 cv della mia piccola
bomba. Del resto si trattava di una verifica “ufficiale” e non potevo certo
fare una brutta figura! Esattamente come nella gara organizzata nel ’93 al
Mugello durante il G.P. di S. Marino. Una sfida di 400 metri messa in piedi in
un paio di mesi dai piloti italiani del motomondiale.
Ognuno
di noi ha un mezzo più o meno elaborato con cui ci muoviamo all’interno del
paddock e così abbiamo voluto vedere, in una vera gara, quale era il più veloce
di tutti. Inutile dire che ho vinto io. Per arrivare a quell’importantissima
affermazione ho lavorato come un matto giorno e notte e ho trasformato il mio
Gp in una specie di “dragster”, capace di resistere per i 400 metri in programma
o poco più. Una ditta di Modena, la Oral, mi ha costruito un nuovo albero
motore da me progettato di differente diametro.
E’ stato questo
uno dei lavori
più impegnativi, perché è assai difficile trovare la giusta equilibratura.
Anche il cilindro ha richiesto parecchi interventi, perché ho voluto adottarne
uno in alluminio con camicia al Nikasil che non era però nato per questo motore
e ho dovuto
rifare gli attacchi del gruppo testa-cilindro-basamento. Poi mi sono fatto fare
un pistone piatto, molto leggero, a 2 segmenti da 1 mm, mentre per la biella ne
ho adattata una MBA 125 da gran premio.
La
distribuzione è sempre a pacco lamellare (avevo pensato anche al disco
rotante…) ma con nuove lamelle in fibra di carbonio. L’accensione è del tipo a
rotore interno con centralina ad anticipo variabile: è una Daytona, così come
il variatore e la cinghia in Kevlar, che si usura meno e garantisce un campo di
utilizzo molto più ampio. I rapporti sono Malossi: sono quelli più lunghi che
ho trovato in commercio. Anche la marmitta è della Malossi, ed è stata
costruita apposta su mie specifiche. Il carburatore è un Dell’Orto con
diffusore da 25 mm, che viene raffreddato da un artigianale “air-box”,
costituito da un tubo flessibile che passa dentro allo scudo e che prende aria
fresca davanti.
Per
quanto riguarda la ciclistica, ho sostituito l’ammortizzatore originale con un
Malossi, ho messo un olio più denso nella forcella e ho montato gomme Dunlop
semi-slick. Per migliorare la frenata del disco anteriore ho utilizzato delle
pastiglie più tenaci (Daytona), mentre per diminuire il peso (adesso è circa 50
Kg) ho levato tutto quello che non serve nell’uso in pista: impianto elettrico,
fanali e cavalletto. Ora però, sto già preparando un’ulteriore evoluzione raffreddata
ad acqua, con un piccolo radiatore sistemato nel puntale. Ho in mente anche di
adottare una pompa elettrica per la benzina e…non aggiungo altro per non
svelare troppi segreti. Deve essere ben chiaro, però, che tutte queste
modifiche le faccio solo sullo scooter destinato alla pista. Su quello che uso
quasi tutti i giorni per le strade di Modena, non ho modificato una virgola. E
spero che facciate altrettanto voi e non solo perché altrimenti violate la
legge.
Usate il vostro scooter con coscienza e non sottovalutatelo, perché il peso è
abbastanza contenuto e i 45 Km/h di legge si raggiungono in un attimo, molto
più velocemente che con qualsiasi altro “cinquantino”. Se invece avete voglia
di sfogarvi, iscrivetevi a uno dei tanti Trofei destinati agli scooters. Sono
davvero divertenti e potrete imparare tantissime cose sulle corse in pista….è
il primo passo per diventare grandi campioni.
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